Di Gian Franco Goeta.

La breve serie NETFLIX “Unorthodox” è un esempio forte di governo di sé in una delle più difficili transizioni della vita, quella dall’infanzia all’età adulta.

La protagonista, Esty Schwartz Shapiro (interpretato da Shira Haas, perfetta nella parte con la sua acerba bellezza), ha 19 anni, età in cui si è ancora adolescenti, ma è sposata da un anno con un giovane coetaneo, Yanky Shapiro, in un matrimonio combinato dai parenti di lui e di lei (non il padre, mancato, e non la madre, cui da piccola è stata strappata dalla zia e dalla nonna perché non aderente ai canoni della comunità di ebrei ortodossi in cui si colloca la vicenda, realmente accaduta).

Identità e ruolo

La sua identità è predestinata: essere una “buona moglie”, ovvero “fattrice di figli” per il marito; tutto il resto (l’educazione scolastica, le sue vocazioni, la preparazione a un lavoro) è inibito. Una situazione estrema, residuo di un’epoca che si pensa tramontata ma in realtà ancora presente in tante parti del mondo.

Ne ho visto tracce nella mia infanzia: mia madre lamentava ancora, a distanza di 30 anni, di non essere stata iscritta a una scuola dopo i 13 anni, negli anni ’20 del secolo scorso. Proseguì i suoi studi con un precettore, come in quell’epoca, gli anni ’20 del secolo scorso, era la norma “fortunata” per una ragazza di famiglia benestante.

Ne era fondamento il tabù sessuale, allora in pieno vigore nella nostra società, che implicava la segregazione delle femmine (per garantirne la verginità fino al matrimonio) dai maschi.

Ora nella nostra società affrancata dalla rivoluzione sessuale e dalla pillola anticoncezionale, questo tabù è caduto. Ma permane presso miliardi di persone appartenenti ad altre culture, fra cui i membri della piccola comunità ebrea ortodossa rappresentati nella serie di NETFLIX.

Esty inizialmente si impegna con tutta sé stessa per assolvere al suo ruolo, nonostante il corpo le renda molto dolorosa la congiunzione fisica al giovane marito, altrettanto prigioniero di un ruolo etero-definito.

Ma proprio quando, dopo un anno di tentativi, questi accoppiamenti faticosi danno il frutto tanto atteso, Esty, che sta per comunicare al coniuge di essere incinta, si scontra con la comunicazione da parte di questi (ancora ignaro della notizia) di voler cercare un’altra sposa più fertile, in grado di assolvere ai suoi “doveri” procreativi.

Esty ha in questo momento la chiara percezione del suo annullamento come persona, in balìa del contesto.

leadership cambiare coraggio

E ne nasce immediatamente la decisione (in precedenza solo sognata nelle pieghe della sua esistenza) di fuggire da questa prigione per lei priva di senso per perseguire una sua realizzazione.

Tutto chiaro e comprensibile, ci viene spontaneo pensare.

Leadership e cambiamento

Ma ai fini della nostra tematica, la leadership di sé, molti sono gli aspetti da sottolineare, sotto l’apparente eccezionalità della vicenda. Riassumibili in un quesito fondamentale, come in ogni cambiamento: in che misura “vale la pena” distaccarsi dal patrimonio di bisogni garantiti dal contesto attuale, anche se qui paiono scarsi?

Ma se andiamo più a fondo, ci accorgiamo che, come in tutte le svolte, a rischio è la certezza di essere membro riconosciuto e riconoscibile di una comunità. Di saper interagire con gli altri, possedendone il linguaggio, le norme, le abitudini sociali. È un patrimonio interiore che getta piena luce sul dilemma che emerge ad ogni fuoruscita da un contesto. Che va letto così: sono in grado di gestire il passaggio da una identità distintiva certa ad un’altra incerta, frutto in ogni caso dell’incontro fra le proprie caratteristiche soggettive e quelle che ci vengono attribuite o incoraggiate dal contesto?

Un dilemma difficile da dipanare e in cui ci ritroviamo tutti, sotto qualsiasi latitudine o epoca, nelle scelte di vita, spesso altrettanto difficili.

È interessante osservare come la protagonista procede finché si sente parte del contesto, prima di questo passaggio: rispettando il valore di rituali che contrassegnano e consacrano la comunità di cui è parte.

Osservarli provoca emozione anche in chi come noi, non appartiene a quel contesto. Vediamo la nostra giovane protagonista pienamente coinvolta nella sacralità del rito del fidanzamento e poi delle nozze, come tutti noi in momenti simili della nostra vita.

Queste emozioni (le avvertiamo confusamente mente guardiamo il filmato) ci mettono in contatto con la nostra essenza di esseri inestricabilmente individuali e sociali.

Cambiare per costruire la leadership di sé

Ritroviamo qui le qualità evidenziate nei comportamenti della protagonista del film The Post (la lentezza, la capacità di perseverare nella fangosa fatica dell’incertezza), sviscerati nel capitolo dedicatogli nel mio libro “Il leader imperfetto”.

Altre qualità ci colpiscono successivamente: la rapidità con cui Esty realizza il cambiamento, con un ritmo completamente diverso dalla fase precedente. In poche ore la protagonista si proietta da New York a Berlino, superando tutti gli ostacoli con coraggio, determinazione e sagacia.

Caratteristiche che ci appaiono del tutto coerenti con le asperità di questo momento: ora tutte le energie convergono ad uno scopo preciso, cavarsela nel mondo nuovo in cui di colpo si trova. Occorre fare scelte immediate di fronte alle opportunità e difficoltà imprevedibili che incontra.

Con la stessa energia con cui l’umile donna delle pulizie del film La forma dell’acqua (altro capitolo del libro citato) trova miracolosamente dentro di sé le risorse necessarie per superare i suoi limiti e guidare l’incredibile performance del suo piccolo team di supporter: salvare l’essere amato facendolo evadere dalla tetra prigione in cui è rinchiuso.

In Unorthodox Esty coglie al volo le occasioni offertale dal gruppo di coetanei “affini” che frequentano il Conservatorio per giovani musicisti in cui si imbatte casualmente. Il sesto senso l’aiuta a stabilire un contatto e ad aprirsi alle loro proposte: “Vuoi venire con noi a fare il bagno nel lago Wansee“ (dove i berlinesi si recano per trovare refrigerio alla calura estiva)? Ammiriamo in lei l’apertura al nuovo, il fiuto di ciò che è buono per lei, e successivamente la forza con cui respinge le minacce e le profferte del vecchio mondo, che vuole riportarla dentro di sé.

È così in entrambe le nostre “Cenerentole” abbiamo così il destro per mettere a fuoco le qualità di leadership importanti per guidare sé stessi in una transizione importante come l’emancipazione da una collocazione restrittiva ad una più propizia.

Queste: il rispetto paziente delle radici di origine e della situazione di partenza, la fiducia concessa con sensibilità e saggezza, l’apertura al nuovo e il coraggio di mettere in gioco tutte le proprie poche risorse.

Dimostrazione che l’efficacia di una transizione può coesistere con le peggiori condizioni di partenza e con risorse limitate. Ciò che più conta è congiungersi con la propria forza interiore.

Se poi consideriamo l’impatto che i comportamenti di Esty esercitano sulle persone vicine a lei (la madre, finalmente ricongiunta alla figlia dalla decisione coraggiosa di lei; il giovane marito, che, di fronte alla totale autenticità della moglie, trova la forza di liberarsi a sua volta dalle regole opprimenti in precedenza considerate come un’eredità indissolubile  della sua comunità), ci rendiamo conto che il governo di sé costituisce la condizione essenziale del dispiegarsi della vera leadership.


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